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Le testimonianze delle aziende

P&G: un impegno costante

Storie come quelle che legano P&G ad ABIO raccontano di donne,di uomini, di volontari e di dottori. Ma soprattutto raccontano di bambini: di vicende umane e di coinvolgimento personale. Venticinque anni intensi - dei quali undici trascorsi al fianco di Fondazione ABIO Italia Onlus - in cui P&G attraverso il proprio impegno con il progetto "Missione Bontà" ha segnato una strada, che in molti fortunatamente hanno poi seguito, assolvendo ad un ruolo nella collaborazione tra impresa e società civile per la sensibilizzazione verso temi di rilievo sociale.

Certamente marchi come Dash, Pantene, Gillette, sono in grado di portare alle persone innovazione, soluzioni creative, prodotti che rendono la vita più semplice. Ma chi è "sul campo" come i volontari ABIO, chi lavora ogni giorno al fianco dei bambini e delle loro famiglie, ha bisogno di un aiuto concreto per risolvere problemi altrimenti insormontabili. In altre parole, le aziende possono utilizzare i propri marchi come strumento per coinvolgere, informare e stimolare le persone verso il mondo della solidarietà. Possono essere l'anello di congiunzione tra il grande pubblico ed un mondo che chiede di essere aiutato, con l'ausilio di organizzazioni di volontariato, come ABIO, che forniscono un contributo essenziale in termini di esperienza, di collegamenti e spesso di risorse locali nelle specifiche aree d'intervento come quella nella quale P&G è da sempre impegnata: l'attenzione al mondo dell'infanzia che vive condizioni di disagio.
E l'ospedalizzazione è un disagio. Ogni anno, in Italia, vengono ricoverati in ospedale oltre 1 milione di bambini e nei piccoli l'ospedalizzazione ha un notevole impatto emotivo che, se sottovalutato, può diventare un trauma difficile da superare. Un bambino in ospedale ha bisogno di superare la paura, il senso di abbandono e di ritrovare i suoi punti di riferimento. In un concetto ha bisogno di "sentirsi bambino".

Ecco perché P&G, attraverso il progetto "Missione Bontà", collabora da anni con Fondazione ABIO Italia Onlus ed ha già realizzato 45 sale gioco in altrettanti ospedali italiani,
sostenendo inoltre la formazione di migliaia di nuovi volontari. Un impegno costante, che si rinnova di anno in anno con nuove forme di collaborazione quale ad esempio il "Mercatino di Natale" organizzato quest'anno dai dipendenti
P&G in tutti i siti dove l'azienda è presente in Italia e il cui incasso è stato interamente devoluto ad ABIO per la realizzazione di nuove sale gioco e formazione di nuovi volontari. Con la semplice speranza di offrire un aiuto concreto ai bambini ed ai loro familiari, affinché la degenza in ospedale possa risultare meno traumatica.
Riccardo Calvi - Responsabile ufficio stampa P&G

 

Casa Barilla

Tra il 2010 e il 2012 Barilla ha coinvolto il Movimento ABIO in un tour nelle città italiane, Casa Barilla. Di seguito un'intervista ad Alessandro Rossi, Responsabile Marketing Meal Solutions Italia.

Come è nata l'idea di abbinare all'iniziativa Casa Barilla una realtà non profit?
La proposta è partita dalle unità Marketing Meal Solutions Italia e Group Communication & External Relation, in coerenza con la filosofia Barilla che, da sempre, lega il suo sviluppo al benessere delle persone e delle comunità in cui opera. La mission Barilla è aiutare le persone a vivere meglio, più a lungo e in un contesto ambientale più salubre. Per questo lavoriamo anche per creare valore sociale promuovendo fattori di aggregazione e solidarietà. Casa Barilla e la collaborazione con ABIO sono stati progettati in sintonia con la missione del Gruppo.

Perché avete scelto ABIO?
La scelta di Fondazione ABIO è stata guidata dalla forte reputazione e credibilità dell'organizzazione e dall'affinità dei valori con Barilla, oltre che dalla comunanza del pubblico di riferimento, ovvero le famiglie. Casa Barilla è il progetto dedicato alle famiglie, agli appassionati della buona tavola, che mira a valorizzare la forza aggregante della convivialità, in cui il cibo non è soltanto nutrimento ma, piuttosto, una forma d'amore e cura per i propri cari. Il tour ha ospitato circa 40.000 persone: una vera festa nel segno della gioia di stare insieme. Nella progettazione dell'evento e in linea con la mission, Barilla ha voluto dare un contributo aggiuntivo alle città visitate, creando ulteriore valore sociale e sostegno alla comunità locale.

Come è stata, a vostro giudizio, la risposta del pubblico? Hanno compreso gli obiettivi della collaborazione?
Pensiamo che l'iniziativa abbia indubbiamente contribuito ad accrescere consapevolezza e sensibilità del pubblico verso il tema del rispetto dei bambini in ospedale. A maggior ragione perché il pubblico potrà vedere l'effetto della collaborazione sul proprio territorio, attraverso i progetti locali realizzati da Fondazione ABIO e dalle Associazioni ABIO che hanno partecipato.

Il coinvolgimento dei volontari ha portato, secondo voi, un valore aggiunto all'iniziativa?
Assolutamente sì. Durante ogni tappa all'interno di Casa Barilla i volontari ABIO hanno avuto a disposizione uno spazio dedicato per diffondere il loro messaggio di solidarietà, per
spiegare la propria mission, raccontare il servizio svolto in ospedale al fianco dei bambini e delle famiglie e approfondire la consapevolezza sul Movimento ABIO e sulla Carta dei Diritti dei Bambini e degli Adolescenti in Ospedale. È stata quindi una grande opportunità per promuovere ABIO sul territorio e nessuno avrebbe potuto farlo meglio dei volontari in prima persona, rinforzando la credibilità della collaborazione, e soprattutto con l'effetto di sensibilizzare le persone e spesso coinvolgere nuovi volontari.