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Beppe Severgnini, testimone ABIO

Severnigni Convegno 2008Conosco ABIO da qualche anno, da quando i volontari con la divisa azzurra sono arrivati nel reparto di pediatria di Crema. Mio figlio era piccolo, e mi era capitato di accompagnarlo in ospedale, insieme a mia moglie, per qualche visita specialistica. Mi è sembrata subito ottima, la presenza di persone diverse dai medici e dagli infermieri, pronte ad aiutare i giovani pazienti e i loro genitori.

Ho subito pensato: "a questi bambini la società non sta facendo un favore. Sta semplicemente - e finalmente! - riconoscendo un diritto". Solo in seguito ho saputo che ABIO, sfruttando l'esperienza e l'osservatorio privilegiato, stava lavorando, insieme a un gruppo di medici, a una Carta dei Diritti dei Bambini e degli Adolescenti in Ospedale. Dall'esterno non pensiamo abbastanza, infatti, alla verità che sta alla base del lavoro trentennale di ABIO: il trauma della degenza si riduce, se si garantiscono alcuni diritti.

Alcuni di questi diritti si danno ormai per scontati. È impensabile che un genitore, o una persona di fiducia, non sia accanto al bambino in ospedale. Ma non c'è solo questo. C'è il diritto a essere ricoverati in un reparto di pediatria, insieme ad altri ragazzi (vale anche per gli adolescenti, una categoria spesso trascurata in queste valutazioni). Il diritto ad avere una stanza giochi per i più piccoli. Il diritto a ricevere assistenza medica, ovviamente; ma anche psicologica, scolastica, culturale (sono ormai molti, infatti, i giovani pazienti stranieri).

Ebbene: questi diritti non sono ancora garantiti a tutti, purtroppo. Ma lo saranno presto, se tutti spingeremo nella stessa direzione. Quando mi è stato chiesto se volevo affiancare ABIO in questa campagna, perciò, non ho avuto dubbi. La Carta dei Diritti dei Bambini e degli Adolescenti in Ospedale non è un gioco. È una novità che tutti - ospedali, medici, infermieri, volontari, famiglie - devono capire e utilizzare. Un documento studiato per la realtà italiana. Uno strumento per aiutare una società civile che voglia esser degna di questo nome.

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