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20-01-2022
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ABIO lo sa da sempre, i volontari sono impegnati ogni giorno per assicurarsi che durante la permanenza in ospedale al bambino sia garantito il diritto al gioco.
Perché questa parola così semplice, in ospedale, diventa qualcosa di più di un'attività ludica: il gioco aiuta il bambino a non sentirsi troppo lontano dalla sua quotidianità, gli consente di interagire, di esprimere il suo disagio, le sue paure, ma stimola anche la sua creatività. Tutti elementi fondamentali per aiutare il bambino nel suo percorso di cura.

abio per sito

"Giocare aiuta a guarire"

Grazie alla generosità di Pizzardi Editore, che dal 2010 ad oggi ci ha donato 4 milioni di bustine di figurine Amici Cucciolotti, i bambini in ospedale hanno la possibilità di essere riportati alla loro quotidianità, dimenticando anche solo per un momento di essere in ospedale.

Tutto ciò viene confermato dalle testimonianze che abbiamo raccolto: dai genitori, che come ci raccontano da ABIO Roma "accolgono con gioia un dono che può far passare del tempo in tranquillità al proprio figlio". O dagli stessi volontari, che "con la scusa di aiutare i bambini si divertono ad attaccare figurine, ricordando con affetto i tempi andati in cui... giocavano a figurine o collezionavano album dei diversi cartoni animati".

Ringraziamo in particolare i volontari di ABIO Reggio Calabria per aver voluto raccontare quello che per loro - e per i genitori che hanno incontrato - rappresentano le figurine degli Amici Cucciolotti: un'oasi di normalità, di gioia, di gioco e di scambio...


Le giornate in ospedale durano mille ore, non passano mai...
Ti trovi davanti il tuo piccolo che soffre e ti senti impotente perché non puoi fare nulla per aiutarlo, e mentre sei assorto nei tuoi pensieri, ecco che arrivano due ragazze con un bellissimo camice di colore azzurro che, con uno sguardo di complicità e comprensione, offrono al tuo bimbo dei "semplici" pacchetti di figurine.
Sono gli Amici cucciolotti!!!!! Esclama Luca tutto felice... e in un attimo il letto si riempie di colori, di figure di cuccioli di ogni specie ed è festa... E ti accorgi che sono trascorse due ore di assoluta normalità.
A volte basta poco per ottenere risultati sorprendenti. Grazie ad ABIO e agli Amici Cucciolotti.
Il papà di Luca


"Sono Martina, volontaria di ABIO Reggio Calabria e l'utilizzo delle figurine Amici Cucciolotti in reparto ci aiuta tantissimo a relazionarci con i bambini che attratti dai colori e dai disegni rimangono incantati a guardarle anche perché spesso ne fanno la collezione e sono felicissimi di trovarne di nuove da attaccare ai propri album. Scartare la bustina diventa quindi un rito magico che unisce la curiosità del bambino e la gioia del volontario che ha trovato un punto d'incontro con il suo piccolo amico."


"Sono Chiara, e opero in Pediatria come volontaria ABIO Reggio Calabria da tre anni. Le figurine degli Amici Cucciolotti rappresentano uno strumento importante per noi volontari, ci consentono di riuscire a far sorridere i piccoli degenti che talvolta fanno già la collezione a casa, e in tal modo vengono riportati alla loro quotidianità, riescono per un momento a dimenticare di essere in ospedale, soprattutto quando avendo a disposizione l'album iniziano a completarlo, magari anche coinvolgendo i loro genitori."


"Ho riscontrato che i pacchetti delle figurine degli Amici Cucciolotti hanno sempre un gran successo dai più piccolini ai bambini più grandi. Alcuni di loro sono già provvisti di album quindi hanno fretta di aprirle per trovare le mancanti, chi non lo possiede si appassiona subito a questa collezione. Ogni qualvolta le ricevono esclamano: "Mamma guarda! Apriamole!" e vedere quegli occhioni felici, per così poco, riempie di gioia."
Diletta, volontaria ABIO Reggio Calabria


"L'utilizzo delle figurine degli Amici Cucciolotti è di grande utilità nello svolgimento giornaliero dei turni. Queste vengono distribuite ai bambini che, collezionandole, anche al di fuori della realtà ospedaliera, ritrovano un momento di tranquillità che, in parte, li riporta alla normale vita svolta al di fuori delle mura ospedaliere.
In qualità di volontaria trovo che l'utilizzo di queste figurine, molto popolari tra i bimbi, possano essere d'aiuto nello svolgimento del turno perché la distribuzione delle stesse aiuta nell'approccio con i bimbi che a volte, a causa del ricovero, sono diffidenti anche nei confronti del volontario che tenta di coinvolgerli nel gioco.
In conclusione trovo che le figurine degli Amici Cucciolotti siano molto gradite ai piccoli degenti e che spesso siano d'aiuto nello svolgimento dell'attività giornaliera di volontario."
Maria, volontaria ABIO Reggio Calabria


A concludere una testimonianza particolare, raccolta durante i preparativi per l'inaugurazione del nuovo reparto di pediatria dell'ospedale San Carlo.

E mentre siamo tutti indaffarati a definire gli ultimi dettagli per l'inaugurazione del reparto Rita, la capogruppo, mi blocca: "Adesso devo lasciarvi perché devo andare a prendere gli album e le figurine. È arrivato Pietro e lui passa ore intere con la sua mamma ad attaccare le figurine, mi ha incrociato in corridoio ed è la prima cosa che mi ha chiesto... non posso farlo aspettare!". Ritorna dopo qualche minuto e incomincia la distribuzione dei pacchetti, Pietro corre a prendere il suo album e il gioco comincia.
Rita riprende: "Non puoi neanche immaginare quanto siano utili ed apprezzate le figurine. Per i bambini in isolamento poi sono insuperabili, loro infatti non possono andare in sala gioco e devono usare solo giochi che non vanno condivisi con gli altri bimbi e quindi non c'è nulla di meglio degli Amici Cucciolotti per permettere loro di passare qualche ora senza pensare che si trovano in ospedale" ma lei non ha il tempo di continuare a raccontarmi perché Pietro la richiama subito all'ordine: "Signoraaaaaaa ABIO ora basta parlare perché devi aiutare me e la mia mamma a finire l'album". Pietro ha proprio ragione, Rita sorride e apre un pacchetto ed io...bhe io, vorrei mettermi a giocare con loro!

Gioco, fantasia, disegno, creatività: parole che sono parte integrante della vita dei bambini, ma che in ospedale assumono un significato speciale e diventano elementi essenziali per il benessere del bambino che, con il ricovero, vive un distacco dal suo ambiente e la paura data da un luogo sconosciuto e dalla malattia.

Per questo motivo, quando per il secondo anno il Gruppo Bracco ha proposto di sostenere una nuova serie di laboratori creativi secondo il Metodo Bruno Munari® abbiamo accettato con entusiasmo.
A partire dal 21 settembre 2015 al Santobono di Napoli, per proseguire presso il San Paolo di Milano, il Sant'Antonio Abate di Cantù e il Guglielmo da Saliceto di Piacenza, bambini, volontari e genitori hanno avuto l'occasione di trascorrere un pomeriggio di creatività sul tema "Mangiare con gli occhi".

Ogni tappa è stata l'occasione per scoprire l'immenso lavoro di Bruno Munari, per coinvolgere tutti - bambini e adolescenti, genitori, volontari ABIO, ma anche in alcuni casi il personale medico, che ha molto apprezzato questa iniziativa - in un gioco in cui le forchette sono rielaborate, reinventate e possono diventare nuovi oggetti, personaggi, creazioni della fantasia.

ABIO Bracco Munari Napoli WEB

Questa collaborazione, nata nel 2014 e proseguita nel 2015, è un dono prezioso per i bambini e per i loro genitori, ma anche una occasione per i volontari ABIO: riportiamo di seguito estratti delle testimonianze che ci hanno inviato.

"E così, dopo Milano, Bologna e Roma (tappe 2014) si è approdati a Napoli, la prima di quattro nuove tappe di questo viaggio stimolante e innovativo. Carta, plastica, spugne, tessuti (elementi quasi completamente di scarto) si modellano tra le mani di chi per poche ore cerca gioia e sollievo nella realtà del ricovero ospedaliero. Nulla viene imposto: i bambini sono lasciati liberi di esprimersi attraverso l'arte. Grazie alla professionalità di Michela Dezzani il laboratorio ha riscosso un grande successo, coinvolgendo non solo i piccoli pazienti, ma anche i loro genitori e i volontari ABIO. Creare, dunque, distogliendo così i più piccoli da un evento per loro traumatico come il ricovero in ospedale."
[Mariagiovanna, ABIO Napoli]

"Michela Dezzani ha presentato la figura di Bruno Munari parlando della sua creatività, della sua ironia e curiosità, che gli permettevano anche di divagare sulla funzione degli oggetti per giocare in libertà. Ed è proprio questo che hanno fatto i piccoli pazienti: hanno giocato, hanno creato, hanno trasformato delle semplici posate di plastica in oggetti bellissimi. Hanno sperimentato, hanno scoperto combinazioni impensabili, si sono divertiti e si sono meravigliati loro stessi di quello che con la loro fantasia e creatività avevano realizzato. La cosa straordinaria è che tutti hanno partecipato, dal piccolo di tre anni, al ragazzino felice di far vedere alla sua mamma cosa era capace di fare, alle adolescenti che, dopo un po' di reticenza, sono state quelle che forse si sono divertire di più e anche ai genitori e alle volontarie presenti. Un pomeriggio indimenticabile!"
[Nicoletta, ABIO Como]

I laboratori creativi secondo il Metodo Bruno Munari®
Tra gli anni Settanta e gli anni Novanta, Bruno Munari progettò, con l'aiuto dei suoi numerosi collaboratori, laboratori per i bambini delle scuole materne, elementari e medie inferiori, sia in Italia sia all'estero, in musei, biblioteche e centri privati. Mise a punto un "Metodo" che, attraverso il gioco basato su regole da conoscere, trasgredire e variare - e in base al caso - permettesse di far sperimentare e di far scoprire combinazioni impensabili con la comune logica. I Laboratori furono pensati e realizzati per essere luoghi adatti ad "allenare e stimolare il pensiero progettuale creativo".